Calaveras Kabarett. Stasera al Todi Festival il debutto di Malabranca Teatro

calaveras kabarett

di Francesca Cecchini

Tra humour nero e pennellate di grottesco stasera, 29 agosto, i riflettori del Todi Festival si accendono sul debutto nazionale di Calaveras Kabarett della compagnia Malabranca per la prestigiosa (e molto apprezzata in Umbria) regia di Danilo Nigrelli.  Tratto da Delitti esemplari di Max Aub, il testo degli anni Ottanta che ben si modella ai fatti di cronaca odierni ci rimanda ad una serie di delitti impuniti che nascono da motivi futili, se non da un surreale non-sense.  Per meglio entrare in questa atmosfera onirica abbiamo incontrato  la compagnia che, nella voce di Daniele Menghini, ci spiega come nasce lo spettacolo.

“Tutto nasce da una strana coincidenza. Dopo aver discusso insieme con Danilo, con cui alcuni di noi avevano già lavorato insieme, di una collaborazione, abbiamo scandagliato un ventaglio di possibili scelte. Parlando è venuto fuori questo Crimini esemplari  da cui Malabranca aveva tratto alcuni spunti per una lettura in occasione di un evento a Gualdo Cattaneo. Era un libro che avevo letto, che mi aveva molto colpito e che avevo messo in un cassetto pronto per un eventuale progetto futuro. Abbiamo così scoperto che anche  Danilo lo conosceva e l’aveva letto alcuni anni prima. Ci siamo confrontati ed è nato il progetto.

La simbologia dei calaveras e la scelta del cabaret?

I calaveras sono dei teschi di zucchero che in Messico vengono donati  ai bambini durante la ricorrenza del Giorno dei morti e che, per esorcizzare il concetto di morte, vengono mangiati. Aub scrive il testo quando è in Messico e al suo interno, infatti, ci sono molti riferimenti al territorio. Essendo un testo non teatrale abbiamo sentito subito la necessità di trovare una chiave per orchestrare le confessioni presenti e l’idea è stata quella di recuperare il genere del cabaret tedesco che ha un altro tipo di respiro rispetto al nostro.

La particolarità del cabaret tedesco?

Una certa distanza in scena che si assume per raccontare qualcosa che invece è, in realtà, un argomento toccante. È uno stile, un modo di stare in scena, questo dello stilizzare, che, tra l’altro, anche nei nostri due precedenti lavori è sempre stato un nostro “faro”.

 In scena con voi i Decostruttori Postmodernisti. Musiche inedite o brani noti?

Abbiamo preso brani di repertorio, musica degli anni Trenta, che i Decostruttori Postmodernisti hanno poi riarrangiato. Per alcuni, con Danilo, abbiamo anche provveduto a riscrivere il testo e ci siamo divertiti a mettere in musica alcuni delitti che saranno anche cantati.

Ci saranno anche momenti di improvvisazione?

Non ci sarà improvvisazione perché è uno spettacolo ad ingranaggio, molto serrato. Chiudendosi tutti i delitti con l’uccisione abbiamo però utilizzato tecniche di improvvisazione durante le prove  per capir quale fosse il modo migliore per rappresentarli.

Che tipo di guida rappresenta un regista come Danilo Nigrelli?

Danilo Nigrelli è un regista che lascia molto spazio agli attori in scena ma ne tiene fortemente “le redini”. Ti indirizza. Sappiamo sempre dove andare. Il suo è un “teatro d’attore”. Per noi questa esperienza, lavorare con un regista ed attore del suo calibro, con tanti anni di palcoscenico alle spalle è stata una grande formazione.

Il gioco di luce sul palco?

Il  disegno luce è di Simone De Angelis , una collaborazione che di cui siamo felicissimi. La luce sarà drammaturgica. Parlando del progetto, sin dall’inizio, ci siamo immaginati una sorta di “inferno” in cui la luce è l’unico elemento che investe gli attori, che fa da sfondo ma che entra anche in scena…  sarà un disegno luci particolare e ci saranno dei colori, ma non voglio svelarti altro – ci dice sorridendo -. Ti posso dire però che ogni delitto ha il suo contesto e scenicamente sia la luce che i commenti musicali spesso vanno anche nell’effettistica. Ad esempio il rumore del traffico è affidato al violoncello.

I musicisti rivestono anche il ruolo di rumoristi?

Si, esatto.  Danilo ha voluto che i musicisti non fossero d’accompagnamento ma parte integrante dello spettacolo. Ed hanno infatti una posizione importante in scena.  Sul palco non ci sono quattro attori e quattro musicisti. Ci sono otto protagonisti. Noi di Malabranca siamo molto contenti che uno spettacolo di prosa veda la musica dal vivo che dona alla performance un sapore un po’ inusuale. Avremmo potuto utilizzare delle basi ma la suggestione del live è impagabile. È stato fatto un grande lavoro sui tempi.

 

Calavers Kabarett regia di Danilo Nigrelli, con Cristina Daniele, Daniele Menghini, Ludovico Röhl, Paola De Crescenzo, direzione musicale di Massimo Cervini, musiche e canzoni dei Decostruttori Postmodernisti, Massimo Cervini (theremin e giocattoli), Lorenzo Mercatelli (violino e kazoo), Manuel Magrini (pianoforte e melodica), Umberto Aleandri (violoncello e basta), produzione Malabranca Teatro

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